il femminismo attraverso i cartoni animati

Le paladine dei cartoni che mi hanno resa femminista

Sono sempre stata una amante appassionata dei cartoni animati.
Fin da piccola l’unico modo per farmi stare buona e silenziosa, fermando la mia parlantina noiosa, era mettermi davanti alle videocassette della Disney.
Poi l’amore è passato dai film alle serie di cartoni animati che mi accompagnavano dopo la scuola o durante il pranzo quando uscivo dalle medie.
È un amore ancora presente che ora si è diffuso a prodotti più profondi come alcuni anime, e sì questo include tutti i film di Hayao Miyazaki che amo con tutto il cuore.

Una parte importante della mia infanzia, però è stata segnata dalle sigle dei cartoni. E se ad oggi non ricordo più bene alcune delle nozioni imparate alle superiori e medie, non ci sono invece problemi a ricordare i testi di quelle canzoni. Verso per verso, nota per nota, sono impresse nella mia mente insieme alle voci di Cristina D’Avena e Giorgio Vanni.
Tanto che spesso metto su la mia playlist di sigle dei cartoni solo per il piacere di cantarle tutte a squarciagola – soprattutto in queste ultime settimane molto particolari.

Ed è proprio cantando queste canzoni che qualche giorno fa mi sono resa conto di quanto queste opere mi abbiano influenzata. Se sono diventata la donna che sono oggi è anche grazie a loro che mi hanno insegnato molto.

In effetti, è anche grazie alle eroine di alcuni cartoni animati che ho preso la strada del femminismo. Le donne della mia famiglia non sono mai state troppo attiviste, forse perché cresciute sotto a famiglie ancora fortemente patriarcali, mentre io ho mostrato fin da piccola una attitudine ribelle. Nonostante amassi i miei familiari se mi imponevano qualcosa io diventavo una peperetta e alla fine trovavo il modo per averla vinta.

La prima lotta vera e propria me la ricordo ancora. Avevo undici anni e dovevo scegliere a quale istituto di scuola superiore iscrivermi. Io avevo le idee chiarissime, idee che alla mia famiglia non piacevano.
Ricordo che ci trovavamo a casa della mia zia preferita per festeggiare il compleanno della mia cuginetta.
Ricordo mia madre mortificata dietro alle accuse dei fratelli e delle cognate di non obbligarmi a iscrivermi a un liceo. E poi ricordo me, intestardita, arrabbiata ed esasperata a spiegare loro che la scelta era mia, il futuro mio e mie le responsabilità nel caso avessi fallito.

E allora mi sono chiesta, senza un esempio di tanto polso in casa da dove arrivasse tutta quella mia sicurezza. E la risposta è stata piuttosto semplice; dalle mie eroine.

Ma chi sono queste icone di femminismo animato?

Sono moltissime le figure femminili, protagoniste dei cartoni animati – sia in film, che in serie – che hanno influenzato la mia vita. Tante che probabilmente non le ricorderò neppure tutte. Eppure voglio ripercorrere la loro eccezionalità insieme a voi in questo articolo.

 

Mulan

Fa Mulan è tra tutte la paladina più coraggiosa che io ricordi farsi spazio nella mia infanzia.  Ho sempre amato questa storia che parlava di una ragazza diversa da tutte le altre, proprio come mi sentivo io da piccolina. Incompresa, spesso anche presa in giro perché non abile nelle arti femminili come altre ragazze del suo villaggio. Eppure la più forte e la più coraggiosa che avessero mai conosciuto. Non solo ha salvato suo padre dalla battaglia, ma ha salvato tutta la sua nazione con le sue gesta impavide e le sue tecniche innovative. Perché la forza di Mulan non era solo il coraggio, ma anche l’ostinazione e la sua femminilità.

 

Jasmine

Ecco un’altra delle mie eroine Disney preferite: Jasmine di Aladdin. Io di videocassette non avevo solo il primo classico, ma anche il sequel e gli spin-off. Di Jasmine mi è sempre piaciuta la voglia di essere normale per poter scegliere del proprio destino e non farsi dettare dalle responsabilità di una principessa. Non fraintendetemi, sono la prima sempre ad assumere le proprie responsabilità. Ciò che intendo è che amo il fatto che Jasmine volesse essere libera di scegliere, e soprattutto di essere scelta non per il suo essere principessa, ma per essere se stessa.

 

Belle

Con Belle condivido l’amore indissolubile per i libri e il fastidio per i prepotenti come Gastón. Come Belle preferisco l’interiorità e la bontà delle persone, in altre parole la loro anima al loro aspetto. E questo sicuramente è una cosa che mi ha insegnato lei.

 

Rossana

Ah, Rossana! Che dire, lei è sempre stata una star, non per essere un’attrice, ma per essere in grado di gestire scuola, lavoro e ben due storie d’amore allo stesso tempo, senza mai arrendersi o buttarsi giù.

Rossana è forse la persona che più mi spinta ad essere una multitasking, senza mai farmi limitare dagli altri impegni.

 

 

Le superchicche

Le superchicche sono la prova vivente che si può essere dolci e letali allo stesso tempo. Ma soprattutto, che non importa quanto piccoli si possa sembrare, con le doti giuste si può fare qualsiasi cosa.

 

Le tre sorelle di Occhi di Gatto

Non so se ve le ricordate, ma le tre sorelle di Occhi di gatto hanno il potere di far fare a tutti gli ispettori, la figura degli impreparati con i loro piani ben organizzati e le loro qualità incredibili. Non so perché mi siano sempre piaciute, dato che sono delle ladre. Forse perché mi hanno insegnato che bisogna andare oltre alle apparenze; d’altronde per tutti erano solo tre bariste, mentre in realtà erano tre macchine ruba-diamanti e altre oggetti preziosi.

 

Heidi

Heidi è sempre stata la figura più libera e più genuina che i cartoni abbiano mai visto. Innamorata della natura, felice di ciò che la vita le ha dato, senza disperarsi perché la madre la abbandonata a casa di un nonno che non aveva neppure conosciuto prima di quel giorno. Heidi è il simbolo della resilienza.

Anche di fronte alla Signorina Rottermaier (mio meritato soprannome per essere una assidua sgridatrice di fratelli minori che non aiutano in casa) e alla sua impassibile rigidità, Heidi non si arrende, ma anzi riesce alla fine a liberare da quella empasse anche la giovane Clara.

 

Le maghette di Magica Doremi

Oltre ad essere una amante di cartoni, di musica, di spazio, di libri, di cibo e di scrittura, ovviamente sono anche una appassionata di magia. Per questo le mie serie preferite sono sempre legate al suo mondo.

La prima serie animata che mi ha avvicinata alla magia nel suo senso più pratico è proprio Magica Doremi, dove ho trovato delle streghette sempre pronte a risolvere i problemi che molto spesso sono esse stesse a creare. E anche loro hanno avuto una parte nella mia formazione femminista. Badate bene, essere femministi non significa lottare per la supremazia femminile, quanto più per l’uguaglianza e l’equalità. Significa lottare per ridurre le differenze e i pregiudizi che possono essere deleteri per la vita delle persone. Doremi e le sue amiche mi hanno insegnato che anche quando si fanno dei pasticci, anche quando si è un po’ impacciati e maldestri, tutto si può risolvere.

Nella vita è importante sbagliare e apprendere dai propri errori. Per questo è importante avere una società aperta agli errori. Ovviamente se questi non diventano una abitudine; sono positivi quando ci insegnano e ci migliorano.

Se non c’è spazio per il fallimento non c’è spazio per la crescita.
– Cit.

 

Le pestifere gemelle di Tre gemelle e una strega

Ve le ricordate le tre gemelle che riempivano le nostre mattine con episodi divertenti ed educativi?

Io ancora non le ho scordate, così come non mi sono mai dimenticata della vecchia strega che cercava sempre di mettere loro i bastoni tra le ruote. Le gemelle hanno supportato la mia curiosità, il mio voler sapere, e la mia positività. Loro riuscivano sempre a cavarsela nelle loro avventure e a tornare a casa sane e salve; da loro ho tratto la forza per andare in fondo alle situazioni senza paura, anche quando la soluzione sembrava impossibile.

 

Arale

Arale è la figlia del Dottor Slump, una figlia acquisita; o forse è meglio dire una figlia costruita. Arale è infatti una bambina robot.

Ciò che ho sempre amato di Arale è la vitalità (divertente se pensate che un robot tecnicamente non può definirsi vivo), la sua forza prorompente e la sua completa gioia.

 

Velma & Lisa Simpson

Velma di Scooby Doo: Dove sei tu? (ma voi lo sapevate che la serie è del 1969?), invece mi ha insegnato quanto è affascinante avere un bel cervello anziché un bel corpo. Essere intuitiva, sveglia e intelligente come lei e come Belle è sempre stato il mio vero sogno. Conoscere, sapere e, perché no, insegnare. Tanto che ancora oggi continuo a fare corsi e a studiare, ogni giorno.

Lo stesso discorso vale per Lisa Simpson, a cui mi sono sempre sentita particolarmente vicina perché sono un’amante dei libri e dello studio e fino a poco tempo fa ero una delle poche in famiglia, anche se ho delle grandi aspettative dalle nuove generazioni della mia crew.

 

Le guerriere Sailor & le Mew Mew

Ero molto in dubbio riguardo alle guerriere Sailor. Non sapevo se inserirle in questa lista perché per riuscire a sconfiggere i cattivi dovevano sempre attendere l’intervento di Milord. Eppure, il compito di Milord, alla fine, era sempre quello di motivare le guerriere Sailor e di ricordare loro la loro forza. E questo, il fatto che un uomo non sia in grado di salvare la Terra da solo, ma sia di supporto a chi ha davvero il potere di farlo, a prescindere dal fatto che queste siano un gruppo di donne adolescenti, rende Sailor Moon uno dei cartoni animati più femministi di sempre. 

E forse è proprio questo cartone ad avermi spinta tra le braccia di un uomo non solo intelligente, ma strabiliantemente femminista. Un uomo che mi supporta sempre (e ammettiamolo, che mi sopporta perché anche io ho i miei difetti – anche troppi).

Anche le Mew Mew mi sono particolarmente care per la stessa ragione. Un gruppo di giovane pronte a salvare al mondo a costo di rinunciare la loro vita privata. Anche qui, come in Occhi di gatto, ho imparato che non è l’abito a fare il monaco e non si dovrebbe mai giudicare dalle apparenze. 

 

Kim Possible & le Totally Spies

Kim Possible è una delle paladine della mia adolescenza. Ero forse ancora una delle poche ragazzi che che ancora guardavano i cartoni animati, anziché interessarmi ai primi trucchi e ai primi amori.

Kim era il mio idolo, la donna che avrei voluto essere: bella, intelligente e FORTISSIMA. Quanto avrei adorato essere una spia.

Per lo stesso motivo ho amato alla follia Totally Spies con le storie delle studentesse Alex, Sam e Clover che salvano il mondo portando avanti le loro vite senza problemi.

 

Winry – Riza – Izumi

Uno dei miei anime preferiti è Full Metal Alchemist. Lo trovo un’opera davvero molto valida, e ho anche amato il fatto che esistano due versione dell’anime, uno più creativo e il secondo (FMA Brotherhood) più fedele al manga. In questa serie animata ci sono diversi personaggi femminili davvero molto forti. I miei preferiti sono Winry, Riza e Izumi. Si tratta di tre donne forti, ognuna a suo modo. Sono personaggi secondari, dato che i protagonisti sono i fratelli Alphonse ed Edward, ma sono personaggi chiave per la storia. 

Il sacrificio, la tenacia, il coraggio, sono solo alcuni degli insegnamenti che arrivano dalle loro storie e dalle loro azioni e le amo alla follia.

 

Kikio

Ultima, ma non per importanza: Kikio.

Anche lei è un personaggio, se vogliamo secondario, del manga e anime Inuyasha. Se non lo avete visto dovreste farlo. Penso che nei prossimi giorni vi scriverò un articolo sui miei anime preferiti.

Kikio è una donna femminista?

Cavolo, sì!

Kikio è una sacerdotessa estremamente potente, con i suoi poteri protegge il suo villaggio e sconfigge il male. È talmente forte che anche dopo la vita, come spirito, ha il potere di cambiare il destino del bene e del male. Una cosa non da poco, dato che ci troviamo nel Giappone dell’epoca Edo.

 


Eccole le paladine dei cartoni animati che più mi hanno formata nella mia infanzia e nella mia adolescenza. È anche grazie a loro e a chi le ha create se oggi sono una persona più forte, più coraggiosa, più curiosa e più resiliente.

Con questo articolo volevo ringraziarle e volevo farle conoscere anche a voi, per ispirarvi e per sapere se anche voi avete delle paladine come me.

 

 

 

3 commenti

  1. «Il più grande e vero onore, è avere te come figlia»
    Mulan è da sempre il mio cartone preferito: vuoi perché amo l’oriente, vuoi perché mi sento un po’ combattente anche io, mi sono sempre rispecchiata tantissimo nella nostra eroina cinese. Ricordo che da bambina mi piaceva tantissimo fingermi lei, correndo per casa con spada (di plastica) e calzini fantasmini che ricordavano le classiche scarpette cinesi. Dicevo che, all’occorrenza, avrei fatto proprio come Mulan: mi sarei tagliata i capelli, vestita da uomo e andata in guerra per salvare mio padre – ovviamente sarebbe stato più tragico del previsto, visto che mio padre è calvo XD!
    E la frase citata all’inizio, in particolare, mi ha sempre scosso l’animo e strappato una lacrima; sognavo, un giorno, di sentirmela dire da mio padre, sentendomi fiera di me stessa.
    Le protagoniste da te citate hanno, più o meno, accompagnato anche la mia infanzia/adolescenza. Io che sono sempre stata un po’ maschiaccio e ribelle, non potevo non ammirare queste donne tutte d’un pezzo.
    Leggere questo articolo mi ha riportata indietro con la memoria, facendomi ripensare a ricordi lontani, ma sempre vividi nella mia mente.

    Un abbraccio

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    • Grazie Eleonora, era proprio ciò che volevo, riportarci indietro nel tempo e ricordarci che la società ci ha già dato, quando ancora non lo sapevamo, dei modelli di femminismo da seguire per andare oltre alle aspettative normali, per fare cose meravigliose e straordinarie, per scegliere la nostra strada in modo libero e unico. Io sono grata a queste figure e poi a tutte quelle dei libri che mi hanno sicuramente ispirata oltre modo. Magari scriverò anche un articolo su questo, anzi, mi metto già a lavoro!
      Un abbraccio a te!

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